18 Ottobre 2016
di Cesare Cremonini
Le foto naturali e quelle ritoccate.
Ho provato con un Samsung perché ha delle funzioni divertenti. Poi l'ho rotto. Ho provato con l'iPhone. Ho rotto anche quello e ne ho preso un altro. Intanto ho continuato con l'effetto Noir. Quello Fade. Il Transfer. Ho provato con Instagram, l'ho condiviso con Twitter, poi l'ho condiviso con Facebook, poi l'ho condiviso con Snapchat o come si chiama. Ho testato Snapchat. L'ho aperto. Ho preso paura. L'ho chiuso. Ho riaperto Instagram, e ho notato che il secondo cercava di assomigliare al primo. Sono tornato a controllare su Snapchat. Ho provato le maschere di animali, di Harry Potter, da principessa, da zoccola, da mostro. Poi le ho indossate tutte. Ho usato i video in slowmotion, fatto innumerevoli Time-Lapse a infiniti tramonti, seguendo le nuvole che lentamente coprivano le vallate mentre il tempo fuggiva via. Ho provato con la GoPro. Comprato i supporti per riprendermi mentre suono, per dire delle cose, per informare su ciò che mi succederà. Ne ho comprate quattro. Una per ogni stanza del mio studio. Ho avuto un sito. Anzi due. Poi tre. Poi ne ho fatto uno per il cellulare. Ho usato tutte le ? e tutte le ? e mi sono accorto che uso soprattutto i ❤️️.
Ho provato e riprovato e continuo a riprovare ad essere un cantante aggiornato.
Ma alla fine, la cosa che mi piace, che mi pare possa poter suscitare qualcosa che vada oltre il nulla, è scrivere. Ovunque si riesca.
Scrivere. È meglio.
(maledizione mi sono dimenticato di aggiungere la foto).